di Antonella
Colaninno
I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer è un’installazione site-specific ispirata ai Palazzi decritti nell’antico trattato ebraico Sefer Hechalot, il Libro dei Palazzi/Santuari risalente al IV-V secolo d. C. Esposta dal 2004 presso l’Hangar Bicocca di Milano, oggi l’installazione si presenta in un nuovo allestimento reso percorribile al pubblico, che si arricchisce di 5 grandi tele inedite. E’ possibile infatti fruire dell’opera nelle differenti prospettive ed entrare persino all’interno delle torri, strutture di cemento dal peso di 90 tonnellate ciascuna, alte dai 14 ai 18 metri. Si è protagonisti di un’esperienza suggestiva, in un percorso ascendente che guida il nostro sguardo all’interno della torre verso mete spirituali, un cammino simbolico di iniziazione come si racconta nelle antiche tradizioni ebraiche. L’opera di Kiefer rappresenta il fallimento delle ambizioni umane che hanno cercato di elevarsi ad uno stadio divino, che hanno portato alle guerre e alle conseguenti rovine , ma sono anche la speranza di un “futuro possibile da cui l’artista ci invita a guardare il nostro presente”. Le cinque opere pittoriche sono state realizzate dal 2009 al 2013
2013 (Jaipur,2009; Cette obscure clartè qui tombe des ètoiles 1, 2011; Cette obscure ciartè qui tombe des ètoiles 2,
2011; Alchemia, 2012; Die Deutsche Heilslinie, 2012-2013).
Paesaggi
desertici e notturni dove la terra “appare del tutto sterile”, resi da una
raffinata stesura materica che “oltrepassa
il limite tra pittura e scultura e sembra invitare l’osservatore a entrare nel
suo mondo”. In questi paesaggi, dove la presenza umana appare negata, l’artista
inserisce dei semi di girasole, forse un richiamo alla futura rinascita e
fioritura di una nuova vita.
Die Deutsche Heilslinie è l’opera più grande della
serie e rappresenta simbolicamente “la
storia della salvezza tedesca”. La
figura solitaria di un uomo di spalle osserva sullo sfondo il paesaggio
attraversato per l’intera superficie da un arcobaleno che collega idealmente
cielo e terra.
Sotto l’arcobaleno
Kiefer trascrive i nomi di quei pensatori tedeschi che, dall’Illuminismo a Karl
Marx, hanno sostenuto l’idea di salvezza “attraverso
l’azione di un leader” e attraverso il riconoscimento della propria
identità individuale. Anselm Kiefer nasce a Donaueschingen in Germania nel
1945. Realizza le sue prime opere nella seconda metà degli anni ’60,
ispirandosi al lavoro dell’artista Joseph Beuys. Il suo primo quadro di grandi
dimensioni risale al 1971, una rilettura della recente storia tedesca “attraverso riferimenti alla filosofia e
alla mitologia teutonica”. “Intraprende lunghi viaggi in Egitto, Yemen,
Brasile, India e America Centrale alla ricerca dei segni delle antiche civiltà
scomparse”, e durante un viaggio a Gerusalemme, resta affascinato dal
misticismo della Cabala. Le suggestioni di questi viaggi e il fascino delle
grandi costruzioni architettoniche si tradurranno pittoricamente nelle rovine
simbolo del fallimento delle ambizioni dell’umanità. Nel sud della Francia a Barjac,
Kiefer ha realizzato un museo personale trasformando in casa-studio lo spazio di
una fabbrica della seta di 350.000 metri quadrati: qui infatti sono custodite
alcune delle sue grandi installazioni. L’artista
oggi vive e lavora tra Croissy e Parigi.
Pubblicato
da Antonella Colaninno
Foto di
Antonella Colaninno
Conferenza per la stampa giovedì 24 settembre 2015, ore 11.00
Hangar Bicocca, Milano
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